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Archive for 13 febbraio 2012

Intervista a Laura Bellini

Laura Bellini

Laura Bellini

1. Ti ringrazio per aver esserti volontariamente sottoposta alle mie torture! Inizio subito chiedendoti di parlarci un po’ di te: da quanto tempo calchi questa terra, cosa studi o fai di lavoro e quando hai incominciato a scrivere?

R: Grazie a te per lo spazio che mi hai concesso! Mi chiamo Laura, ho trentadue anni e per mangiare faccio l’estetista. Lavorare in proprio, di questi tempi, è davvero dura, ma il lato positivo è che posso concedermi diverse ore da dedicare alla mia passione: Scrivere. Ho iniziato a farlo dodici anni fa, quasi per caso. Mi sono seduta davanti al computer e tasti hanno preso a battere. Da allora non ho più smesso anche se, l’idea della pubblicazione, è arrivata molto più tardi.

2. Specifichiamo meglio ai lettori: cosa hai scritto finora, i generi e i titoli, e cosa ti ha spinta a cimentarti in questa particolare attività letteraria, in particolar modo per quanto riguarda le tipologie peculiari a cui ti sei dedicata? Hai in mente di dedicarti ad un altro genere con i tuoi prossimi lavori? O rimarrai fedele a un tuo progetto o modo di scrivere?

R: All’attivo ho quattro romanzi pubblicati. Il primo; “Il coraggio dell’amore” è l’opera che getta le basi per la mia futura formazione letteraria. In questo e nei successivi romanzi, i veri padroni sono i sentimenti. Le mie storie raccontano la vita con le sue emozioni. L’Amore in primis, ma non inteso solo come sentimento romantico, piuttosto come punto focale della nostra esistenza, che sia l’amore per un compagno, per un’amica o per la famiglia e, sempre e soprattutto, per se stessi. Sono romanzi che raccontano una crescita interiore, crescita che porta i protagonisti a maturare una profonda conoscenza di sé. “Lontano da te” e il suo seguito “Ancora tu”, seguono questo filone pur ampliandosi nel genere. Non è solo Narrativa, ma viene aggiunto un piccolo mix di Fantasy e Storia che rendono, questi due romanzi molto più completi rispetto al primo. Infine, il mio ultimo lavoro pubblicato: “I disegni imprevedibili del destino”; romanzo che segna il mio ingresso nel mondo Fantasy. Un genere che ho trovato molto affine al mio stile letterario, scoperto grazie a grandi autori come Tolkien e Martin, ma non solo, posso citare la Carey forse la prima vera autrice che mi ha fatto amare questo genere che, tempo fa, bistrattavo.

3. Hai finora ricevuto, per questi lavori, qualche premio o riconoscimento? Oppure hai partecipato a qualche competizione? In quali occasioni? Raccontaci di queste esperienze: è stato facile per te partecipare e vincere? Lo sarebbe altrettanto per un ipotetico autore emergente? Quanto è stata serrata, a questo proposito, la competizione e come ti sei sentita una volta terminato il concorso: realizzata, determinata, delusa, demotivata? Se no, hai in mente di parteciparvi o ritieni di star lavorando/aver lavorato in attesa di qualche riconoscimento ufficiale che ti piacerebbe ricevere?

R: No, non ho ricevuto alcun premio. A dire la verità non ho mai partecipato a concorsi, forse pago un po’ la mia inesperienza in questo, ma non me ne sono mai sentita attratta. L’unico torneo a cui partecipo è “Io Scrittore”, indetto da GEMS. Il romanzo con cui partecipai lo scorso anno arrivò davvero vicino a passare le ultime selezioni. I giudizi positivi, così come le critiche che ho ricevuto mi sono servite per migliorare e questo è, per me, già un bel premio. Riconoscimento? Non so quanto lo brami. Io scrivo principalmente per i miei lettori, accorgermi di aver lasciato qualcosa a chi ha letto i miei romanzi per me è già una vittoria. Certo, tutti noi aspiranti scrittori, vorremmo vedere i nostri lavori in vetta alle classifiche!

4. Prima si parlava di studio e di lavoro: ritieni che questo si sposi adeguatamente con le tue aspirazioni scrittorie? Come concili i due ambiti e cosa consiglieresti a quegli esordienti che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, qualunque esso scelgano?

R: La mia professione non ha niente a che fare con la mia passione per la scrittura però mi da una mano. Nel mio centro passano tante persone, ognuna con le proprie storia da raccontare e capita che, alcune di esse, siano tanto interessanti da permetterti di prendervi spunto. Così è per i personaggi, ci sono alcune persone che spiccano fra le altre, chi per l’esuberanza, chi per il carattere difficile. Questo mi da modo di costruire protagonisti più reali, magari particolari. Conciliarli non è sempre facile, il lavoro, infondo ci permette di mangiare; la scrittura decisamente no. Sono dell’idea che tutto è conciliabile, se uno davvero lo vuole. Sono mamma di due meravigliose creature, uno dei quali si affaccia all’adolescenza,  lavoro, leggo circa cinquanta libri all’anno. Gestisco un blog http://soleeluna.altervista.org/ e scrivo eppure non sono una donna bionica, ma solo una persona che crede nelle sue passioni e fa di tutto per inseguirle.

5. Relativamente al tuo ambito di preferenza: prosa o poesia, ritieni di poterti o volerti cimentare nell’altro campo di scrittura? Pensi possa essere facile o difficile per te e per quale motivo? Quali sono, se ci sono, le dritte che, a questo proposito, potresti dare ai neofiti che, per la prima volta, si stanno facendo attrarre dalle voluttà dell’ispirazione?

R: Sorrido mentre leggo questa domanda. Lo faccio perché sono totalmente ignorante rispetto alla poesia. Ne leggo alcune, a volte, ma è un genere letterario che proprio non sento mio. Quindi no, non potrei mai cimentarmi nella stesura di una raccolta poetica, lo lascio fare a chi ne ha le competenze. Io resto fedele alla prosa! Non è facile nemmeno dare consigli, ognuno di noi segue il proprio percorso personale. L’unica cosa che posso dire a chi desidera lanciarsi in quest’avventura è di tenere duro, nonostante tutte le difficoltà insite in questo mondo. E, soprattutto, leggete molto. Non si scrive senza leggere. Spaziate nei generi in modo da avere una visuale più ampia del percorso che volete intraprendere.

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