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Intervista a Roberta Strano

Hans Thorkild

Hans Thorkild, di Roberta Strano

1 Ti ringrazio per esserti volontariamente sottoposta alle mie torture! Inizio subito chiedendoti di parlarci un po’ di te: da quanto tempo
calchi questa terra, cosa studi o fai di lavoro e quando hai incominciato a scrivere?

R: Io ringrazio te, penso che quella dell’intervista sia un’idea interessante e soprattutto utile per farsi conoscere sul web.
Scrivo da circa vent’anni, ma le mie due pubblicazioni sono recenti! Ho iniziato a scrivere sia poesie che romanzi fin dall’adolescenza. Svolgo l’attività di redattrice presso la casa editrice Montecovello Edizioni e come articolista in alcuni siti web, oltre a lavorare presso la Pinacoteca della cittadina dove vivo.

2. Specifichiamo meglio ai lettori: cosa hai scritto finora, i generi e i titoli, e cosa ti ha spinto a cimentarti in questa particolare attività
letteraria, in particolar modo per quanto riguarda le tipologie peculiari a cui ti sei dedicato? Hai in mente di dedicarti ad un altro genere
con i tuoi prossimi lavori? O rimarrai fedele a un tuo progetto o modo di scrivere?

R: Fino ad ora ho scritto 10 romanzi, alcuni racconti e almeno un centinaio di poesie.
Il genere, per le tre forme letterarie, è uno spiccato romanticismo, l’amore per il mare, per il Nord Europa, per gli animali, per la storia.
I titoli delle opere pubblicate: “I riflessi dell’anima” (raccolta di poesie varie), e il romanzo storico sentimentale ambientato nel Medioevo, “Hans Thorkild, Hastings anno 1066”.
A cimentarmi in questa particolare attività letteraria è stato un bisogno di libertà interiore, di sciogliere le possibili inibizioni.

Rimarrò sempre fedele ad un certo romanticismo e alla valorizzazione di importanti valori che spesso mi portano ad ambientare i miei romanzi in epoche storiche molto indietro nel tempo, ma cambiare genere letterario è una cosa che ho già fatto, precisamente con un’opera che non ho ancora pubblicato. Si tratta di un giallo.

3. Hai finora ricevuto, per questi lavori, qualche premio o riconoscimento? Oppure hai partecipato a qualche competizione? In quali occasioni?
Raccontaci di queste esperienze: è stato facile per te partecipare e vincere? Lo sarebbe altrettanto per un ipotetico autore emeergente? Quanto
è stata serrata, a questo proposito, la competizione e come ti sei sentito una volta terminato il concorso: realizzato, determinato, deluso,
demotivato? Se no, hai in mente di parteciparvi o ritieni di star lavorando/aver lavorato in attesa di qualche riconoscimento ufficiale che ti
piacerebbe ricevere?

R: Ho ricevuto dei riconoscimenti per la mia attività poetica, ho vinto alcuni premi in concorsi, come quello della città di Patti nel 2004, dove arrivai prima.
Fu un’esperienza molto gratificante e che mi piacerebbe si ripetesse, ma in questi ultimi anni non ho più partecipato a concorsi letterari, mi riprometto di ritentare anche con i racconti. Mi sento di consigliare ad ogni autore emergente di partecipare a possibili concorsi, però è giusto ricordare che l’importante è partecipare prima che vincere, e quindi non farsi illusioni! E’ un modo come un altro per iniziare a farsi conoscere.
Attualmente sto partecipando all’inclusione di alcuni miei componimenti lirici in una “Enciclopedia degli Autori Italiani anno 2012”, della casa editrice Aletti.

4. Prima si parlava di studio e di lavoro: ritieni che questo si sposi adeguatamente con le tue aspirazioni scrittorie? Come concili i due ambiti
e cosa consiglieresti a quegli esordienti che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, qualunque esso scelgano?

R: L’attività di redattore e di blogger, sì, si conciliano, perché si tratta pur sempre di scrittura, luogo privilegiato dove posso liberamente esprimermi. Come guida per la spiegazione di quadri alla Pinacoteca, forse un po’ meno, ma si tratta pur sempre di arte.
Collaboro spesso con pittori, infatti il mio romanzo è arricchito all’interno di schizzi di una mia cara amica pittrice. Penso che tra le varie forme di arte ci sia una certa sinergia!
Infine raccomando a tutti gli esordienti di trovare nonostante tutto sempre il tempo da dedicare al proprio talento e di ritagliarsi uno spazio per sognare!

5. Relativamente al tuo ambito di preferenza: prosa o poesia, ritieni di poterti o volerti cimentare nell’altro campo di scrittura? Pensi possa
essere facile o difficile per te e per quale motivo? Quali sono, se ci sono, le dritte che, a questo proposito, potresti dare ai neofiti che,
per la prima volta, si stanno facendo attrarre dalle voluttà dell’ ispirazione?

R: In quest’ultimo periodo mi sto cimentando più che altro sulla narrativa, sto infatti scrivendo la seconda parte del romanzo “Hans Thorkild”, ma spero presto di ritrovare l’ispirazione per scrivere ancora tante poesie, in effetti sono nata prima come poetessa.
Per concludere esorto gli esordienti a non lasciare muta nessuna ispirazione, il momento ispirativo a volte dura un attimo. Lo stress della vita contemporanea a volte sembra addormentare il nostro lato più creativo, quindi il consiglio è quello di sognare, leggere e scrivere sempre!

Tocchi di Stile – Simona Salvatore

1. Ti ringrazio per aver esserti volontariamente sottoposta alle mie torture! Inizio subito chiedendoti di parlarci un po’ di te: da quanto tempo calchi questa terra, cosa studi o fai di lavoro e quando hai incominciato a scrivere?

R: Ed invece sono io che ringrazio te per aver accettato di “torturarmi”.
Ho 33 anni, ho conseguito il diploma di “analista contabile” presso l’I.P.C. “Giovanni Falcone” di Gallarate e lavoro come segretaria in uno studio legale.
Calco questa terra, la scrittura, da ancor prima che su di essa muovessi il mio primo passo, pronunciato quando avevo 13 anni.

2. Specifichiamo meglio ai lettori: cosa hai scritto finora, i generi e i titoli, e cosa ti ha spinta a cimentarti in questa particolare attività letteraria, in particolar modo per quanto riguarda le tipologie peculiari a cui ti sei dedicata? Hai in mente di dedicarti ad un altro genere con i tuoi prossimi lavori? O rimarrai fedele a un tuo progetto o modo di scrivere?

R: “TOCCHI DI STILE” è la mia prima pubblicazione. Non so che cosa mi abbia spinto a cimentarmi in questa particolare attività letteraria, so che qualunque cosa sia stata è lei a guidare la mia mano, che risponde sotto l’impulso del mio sentire.
Ed è a questo impulso che il mio “modo di scrivere” vuole rimanere fedele.
Oltre a poesie scrivo anche racconti. In merito, ambisco a realizzare alcuni progetti, ma oggi è prematuro parlarne.
Desidero un giorno scrivere almeno un romanzo, ma in me tutto tace e, pertanto, è rigoroso silenzio.

3. Hai finora ricevuto, per questi lavori, qualche premio o riconoscimento? Oppure hai partecipato a qualche competizione? In quali occasioni? Raccontaci di queste esperienze: è stato facile per te partecipare e vincere? Lo sarebbe altrettanto per un ipotetico autore emergente? Quanto è stata serrata, a questo proposito, la competizione e come ti sei sentita una volta terminato il concorso: realizzata, determinata, delusa, demotivata? Se no, hai in mente di parteciparvi o ritieni di star lavorando/aver lavorato in attesa di qualche riconoscimento ufficiale che ti piacerebbe ricevere?

R: Ad oggi ho partecipato a due soli concorsi: “il corto letterario e l’illustrazione” – concorso internazionale – V edizione e la IV edizione del premio letterario IOscrivo – Giulio Perrone Editore. Posso affermare che, in entrambe le occasioni, non mi sono limitata a non vincere, ma sono persino riuscita a non salire sul podio dei finalisti!
La cosa non mi ha demotivato, ma il mio “insuccesso” mi è dispiaciuto, devo ammetterlo.
Sinceramente non sto lavorando per ottenere un riconoscimento ufficiale di natura letteraria, ma non ti nego che se venissi considerata meritevole di riceverne uno … ne sarei molto felice.

4. Prima si parlava di studio e di lavoro: ritieni che questo si sposi adeguatamente con le tue aspirazioni scrittorie? Come concili i due ambiti e cosa consiglieresti a quegli esordienti che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, qualunque esso scelgano?

R: Il mio lavoro, pur piacendomi, non si sposa con le mie aspirazioni scrittorie. Sono due ambiti estranei tra loro.
Il lavoro – in generale – impegna tempo ed energie che spesso sottrae, inevitabilmente, tempo ed energie da dedicare alla scrittura. In ogni caso esorto tutti gli esordienti, che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, di perseverare nell’estenuante ricerca di momenti da dedicare alla propria arte, perché per quanto l’impresa sia difficoltosa, faticosa e “impossibile”, alla fine il tempo si trova e … ne vale sempre la pena!

5. Relativamente al tuo ambito di preferenza: prosa o poesia, ritieni di poterti o volerti cimentare nell’altro campo di scrittura? Pensi possa essere facile o difficile per te e per quale motivo? Quali sono, se ci sono, le dritte che, a questo proposito, potresti dare ai neofiti che, per la prima volta, si stanno facendo attrarre dalle voluttà dell’ispirazione?

R: Non saprei. In un certo senso, indipendentemente dalla prosa o dalla poesia, l’atto dello scrivere può essere al contempo facile e difficile. Però di una cosa sono certa: per chi scrive, “scrivere” è un atto naturale.
Una dritta per chi si sta facendo attrarre dalle voluttà dell’ispirazione?
Lasciatevi sedurre! Abbandonatevi a lei senza riserve e lasciatevi guidare ovunque voglia condurvi.
Non abbiate mai fretta di scrivere. Dedicate alla vostra opera tutto il tempo che essa richiede. Ricercate la bellezza della vostra arte, ma soprattutto immortalate il vostro esatto sentire.

Il nuovo romanzo di Matteo Oliviero

1. Ti ringrazio per aver esserti volontariamente sottoposta alle mie torture! Inizio subito chiedendoti di parlarci un po’ di te: da quanto tempo calchi questa terra, cosa studi o fai di lavoro e quando hai incominciato a scrivere?

R: Scrivo da circa 7 o 8 anni, mentre ero all’università. Ho iniziato a scrivere dapprima poesie, poi racconti e poi veri e propri libri. Poi come per ogni strada su cui cammini giorno dopo giorno, inizi a conoscerla a fondo, individuando particolari che magari fin ora non avevo mai notato. Ora lavoro ma mantengo sempre questa grande passione, al di là delle soddisfazioni che riesco a raccogliere.

2. Specifichiamo meglio ai lettori: cosa hai scritto finora, i generi e i titoli, e cosa ti ha spinta a cimentarti in questa particolare attività letteraria, in particolar modo per quanto riguarda le tipologie peculiari a cui ti sei dedicata? Hai in mente di dedicarti ad un altro genere con i tuoi prossimi lavori? O rimarrai fedele a un tuo progetto o modo di scrivere?

R:
Non credo di aver uno stile preciso, dipende molto da cosa mi ispira, quando e come mi ispira. Come dicevo, scrivo poesie, racconti e libri, sono arrivato alla seconda pubblicazione, ma fin ora chi ha letto entrambi i lavori non ha trovato alcun punto in comune tra le due opere. E anche io faccio fatica a riconoscerle entrambe come mie, si può dire che scrivo in piena libertà. Quando scrivevo durante gli anni universitari, spesso trovavo sfogo alla rabbia, allo stress, alla frustrazione, quando scrivo in vacanza le mie opere prendono tutta un’altra piega. Non so dire se lo stile si è evoluto, io so che cambia continuamente.

3. Hai finora ricevuto, per questi lavori, qualche premio o riconoscimento? Oppure hai partecipato a qualche competizione? In quali occasioni? Raccontaci di queste esperienze: è stato facile per te partecipare e vincere? Lo sarebbe altrettanto per un ipotetico autore emergente? Quanto è stata serrata, a questo proposito, la competizione e come ti sei sentita una volta terminato il concorso: realizzata, determinata, delusa, demotivata? Se no, hai in mente di parteciparvi o ritieni di star lavorando/aver lavorato in attesa di qualche riconoscimento ufficiale che ti piacerebbe ricevere?

R:
Ho iniziato pubblicando poesie e racconti su molti siti letterari, dove c’erano tantissimi ottimi e giovani autori. Un giorno ho ricevuto un’e-mail da una radio che aveva letto le mie poesie e voleva leggerne una in diretta, poi un programma tv di cui non ricordo nemmeno il nome mi invitò a collegarmi tramite webcam e microfono e leggere una mia poesia. Molte opere, racconti e poesie, sono state inserite in raccolte … insomma fin ora ho racoclto numerose soddisfazioni in questo campo, frutti di lavoro e dedizione e di questo ne sono onorato. Mi ha fatto anche piacere ricevere numerose proposte di pubblicazione quando cercavo una casa editrice per il mio nuovo libro “Buon compleanno Matteo”, ma alla fine ho preferito autopubblicarmi.

4. Prima si parlava di studio e di lavoro: ritieni che questo si sposi adeguatamente con le tue aspirazioni scrittorie? Come concili i due ambiti e cosa consiglieresti a quegli esordienti che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, qualunque esso scelgano?

R:
La mia vita e la mia passione di scrittore sono due mondi differenti, che spesso mi rendono due persone diverse. Una che segue i propri obiettivi, l’altra che li rinnega. Questo dualismo è molto presente nella mia raccolta di racconti da poco pubblicata.

5. Relativamente al tuo ambito di preferenza: prosa o poesia, ritieni di poterti o volerti cimentare nell’altro campo di scrittura? Pensi possa essere facile o difficile per te e per quale motivo? Quali sono, se ci sono, le dritte che, a questo proposito, potresti dare ai neofiti che, per la prima volta, si stanno facendo attrarre dalle voluttà dell’ispirazione?

R:
Fin ora ho scritto un romanzo, numerosi racconti, poesie e scrivo articoli politici su una testata giornalistica, quindi ho potuto toccare numerosi aspetti dello scrivere, ma non amo le regole o principi. Non c’è un consiglio che voglio dare a chiunque ami scrivere o voglia iniziare a farlo, scrivere è scrivere, punto e basta.

Marcello Fagioli

Marcello Fagioli

Tempo fa, due giorni dopo le idi di dicembre, ricevetti un messaggio dal dr. Marcello Fagioli nel quale mi si pregava di scrivere una recensione di un suo testo, che mi presentava in estratto accompagnato da altri brani di e su di lui.

Mi scuso per la lentezza ma, dopo un impegno e l’altro, sono finalmente riuscito a leggere il suo testo e, quindi, passo subito alle presentazioni.

“Ricordi di un emigrato dei nostri tempi” è un breve testo ( 72 pagine, esclusi introduzione e indice ) composto di una serie di raccolti, una vita intera, dall’infanzia alla vecchiaia o, come dice lui, all’ “intervallo fiduciario”.

Un testo che ho trovato piacevole, scritto in maniera semplice e accogliente, che stimola la lettura e incuriosisce per i suoi aneddoti e la quotidianità degli episodi raccontati.

Non esiste un ordine cronologico, forse sono stati scritti proprio come gli sono venuti in mente ma proprio questo aiuta a interrompere una narrazione che avrebbe potuto, altrimenti, risultare tediosa, storicistica e quasi innaturale. In questa maniera, invece, tutto appare come se fosse lì, davanti a noi, a raccontare di persona avvenimenti accaduti più di mezzo secolo prima.

Le due realtà di riferimento: l’Italia (paese di provenienza) e l’Argentina (paese di emigrazione), sono raccontate nel loro intimo, dal sincero punto di vista dell’autore, che ne scorge forze e debolezze senza invischiarsi nel politico persino quando, pure capita, di politica ne parla.Tutto è concentrato in poche righe, senza fronzoli, senza tecnicismi: le sue esperienze lavorative, le persone incontrate qui e là, i ricordi paterni, il coinvolgimento nei grandi avvenimenti politici del Secondo Conflitto e, per contro, l’isolamento argentino che non gli ha comunque risparmiato qualche piccolo “incidente” di percorso.

Non posso scrivere molto di più senza rivelare troppo il contenuto. Un contenuto che, come tutte le perle di vita quotidiana, va scoperto volta per volta, magari letto in più riprese, con tranquillità, assaporando ciascuna vicenda per la genuinità che incarna.

Mi limitò perciò a ricordare che il testo può essere facilmente reperito, gratuitamente, su internet, o digitandone il titolo su Google, oppure visitando questo sito.

Leggetelo.

Laura Bellini

Laura Bellini

1. Ti ringrazio per aver esserti volontariamente sottoposta alle mie torture! Inizio subito chiedendoti di parlarci un po’ di te: da quanto tempo calchi questa terra, cosa studi o fai di lavoro e quando hai incominciato a scrivere?

R: Grazie a te per lo spazio che mi hai concesso! Mi chiamo Laura, ho trentadue anni e per mangiare faccio l’estetista. Lavorare in proprio, di questi tempi, è davvero dura, ma il lato positivo è che posso concedermi diverse ore da dedicare alla mia passione: Scrivere. Ho iniziato a farlo dodici anni fa, quasi per caso. Mi sono seduta davanti al computer e tasti hanno preso a battere. Da allora non ho più smesso anche se, l’idea della pubblicazione, è arrivata molto più tardi.

2. Specifichiamo meglio ai lettori: cosa hai scritto finora, i generi e i titoli, e cosa ti ha spinta a cimentarti in questa particolare attività letteraria, in particolar modo per quanto riguarda le tipologie peculiari a cui ti sei dedicata? Hai in mente di dedicarti ad un altro genere con i tuoi prossimi lavori? O rimarrai fedele a un tuo progetto o modo di scrivere?

R: All’attivo ho quattro romanzi pubblicati. Il primo; “Il coraggio dell’amore” è l’opera che getta le basi per la mia futura formazione letteraria. In questo e nei successivi romanzi, i veri padroni sono i sentimenti. Le mie storie raccontano la vita con le sue emozioni. L’Amore in primis, ma non inteso solo come sentimento romantico, piuttosto come punto focale della nostra esistenza, che sia l’amore per un compagno, per un’amica o per la famiglia e, sempre e soprattutto, per se stessi. Sono romanzi che raccontano una crescita interiore, crescita che porta i protagonisti a maturare una profonda conoscenza di sé. “Lontano da te” e il suo seguito “Ancora tu”, seguono questo filone pur ampliandosi nel genere. Non è solo Narrativa, ma viene aggiunto un piccolo mix di Fantasy e Storia che rendono, questi due romanzi molto più completi rispetto al primo. Infine, il mio ultimo lavoro pubblicato: “I disegni imprevedibili del destino”; romanzo che segna il mio ingresso nel mondo Fantasy. Un genere che ho trovato molto affine al mio stile letterario, scoperto grazie a grandi autori come Tolkien e Martin, ma non solo, posso citare la Carey forse la prima vera autrice che mi ha fatto amare questo genere che, tempo fa, bistrattavo.

3. Hai finora ricevuto, per questi lavori, qualche premio o riconoscimento? Oppure hai partecipato a qualche competizione? In quali occasioni? Raccontaci di queste esperienze: è stato facile per te partecipare e vincere? Lo sarebbe altrettanto per un ipotetico autore emergente? Quanto è stata serrata, a questo proposito, la competizione e come ti sei sentita una volta terminato il concorso: realizzata, determinata, delusa, demotivata? Se no, hai in mente di parteciparvi o ritieni di star lavorando/aver lavorato in attesa di qualche riconoscimento ufficiale che ti piacerebbe ricevere?

R: No, non ho ricevuto alcun premio. A dire la verità non ho mai partecipato a concorsi, forse pago un po’ la mia inesperienza in questo, ma non me ne sono mai sentita attratta. L’unico torneo a cui partecipo è “Io Scrittore”, indetto da GEMS. Il romanzo con cui partecipai lo scorso anno arrivò davvero vicino a passare le ultime selezioni. I giudizi positivi, così come le critiche che ho ricevuto mi sono servite per migliorare e questo è, per me, già un bel premio. Riconoscimento? Non so quanto lo brami. Io scrivo principalmente per i miei lettori, accorgermi di aver lasciato qualcosa a chi ha letto i miei romanzi per me è già una vittoria. Certo, tutti noi aspiranti scrittori, vorremmo vedere i nostri lavori in vetta alle classifiche!

4. Prima si parlava di studio e di lavoro: ritieni che questo si sposi adeguatamente con le tue aspirazioni scrittorie? Come concili i due ambiti e cosa consiglieresti a quegli esordienti che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, qualunque esso scelgano?

R: La mia professione non ha niente a che fare con la mia passione per la scrittura però mi da una mano. Nel mio centro passano tante persone, ognuna con le proprie storia da raccontare e capita che, alcune di esse, siano tanto interessanti da permetterti di prendervi spunto. Così è per i personaggi, ci sono alcune persone che spiccano fra le altre, chi per l’esuberanza, chi per il carattere difficile. Questo mi da modo di costruire protagonisti più reali, magari particolari. Conciliarli non è sempre facile, il lavoro, infondo ci permette di mangiare; la scrittura decisamente no. Sono dell’idea che tutto è conciliabile, se uno davvero lo vuole. Sono mamma di due meravigliose creature, uno dei quali si affaccia all’adolescenza,  lavoro, leggo circa cinquanta libri all’anno. Gestisco un blog http://soleeluna.altervista.org/ e scrivo eppure non sono una donna bionica, ma solo una persona che crede nelle sue passioni e fa di tutto per inseguirle.

5. Relativamente al tuo ambito di preferenza: prosa o poesia, ritieni di poterti o volerti cimentare nell’altro campo di scrittura? Pensi possa essere facile o difficile per te e per quale motivo? Quali sono, se ci sono, le dritte che, a questo proposito, potresti dare ai neofiti che, per la prima volta, si stanno facendo attrarre dalle voluttà dell’ispirazione?

R: Sorrido mentre leggo questa domanda. Lo faccio perché sono totalmente ignorante rispetto alla poesia. Ne leggo alcune, a volte, ma è un genere letterario che proprio non sento mio. Quindi no, non potrei mai cimentarmi nella stesura di una raccolta poetica, lo lascio fare a chi ne ha le competenze. Io resto fedele alla prosa! Non è facile nemmeno dare consigli, ognuno di noi segue il proprio percorso personale. L’unica cosa che posso dire a chi desidera lanciarsi in quest’avventura è di tenere duro, nonostante tutte le difficoltà insite in questo mondo. E, soprattutto, leggete molto. Non si scrive senza leggere. Spaziate nei generi in modo da avere una visuale più ampia del percorso che volete intraprendere.

Uno non basta – AA.VV.

A questo indirizzo potrete acquistare un’antologia di autori esordienti, autopubblicata dai partecipanti, tra cui ci sono anche io.

Il lavoro è pregevole e frutto di una personale selezione di ciascuno tra le proprie opere: ciascun poeta ha scelto un massimo di dieci testi, con la possibilità di inserire eventuali note biografiche e poetiche. Nella parte a me riservata le troverete entrambe.

Lo stesso libro è disponibile gratuitamente in formato ebook.

Buona lettura!

Copertina, fronte

Copertina, Fronte

Flavia Cantini

Flavia Cantini

 

1. Ti ringrazio per aver esserti volontariamente sottoposta alle mie torture! Inizio subito chiedendoti di parlarci un po’ di te: da quanto tempo calchi questa terra, cosa studi o fai di lavoro e quando hai incominciato a scrivere?

R: Ciao, allora, ho 24 anni (1987), mi sono laureata al Dams Cinema di Bologna nel 2010, ho studiato regia nel 2011, seguito vari corsi, e girato, finora, i miei due primi cortometraggi. Sto muovendo i primi passi nel mondo artistico. Per quanto riguarda la scrittura è qualcosa che mi porto dietro da sempre, i primi racconti li scrivevo già all’età di 6 anni.

2. Specifichiamo meglio ai lettori: cosa hai scritto finora, i generi e i titoli, e cosa ti ha spinta a cimentarti in questa particolare attività letteraria, in particolar modo per quanto riguarda le tipologie peculiari a cui ti sei dedicata? Hai in mente di dedicarti ad un altro genere con i tuoi prossimi lavori? O rimarrai fedele a un tuo progetto o modo di scrivere?

R: All’attivo ho il mio romanzo d’esordio, “Notti senza luna” (il primo volume di una trilogia fantasy da me ideata) e un romanzo breve di vita vissuta, “Ritratto”. Da sempre adoro il fantasy e volevo mettermi alla prova come autrice in questo genere (ho un altro romanzo fantasy ancora inedito). Sto correggendo altri due romanzi, uno drammatico-psicologico e l’altro una sorta di thriller, direi. Credo che, per un altro lavoro, mi cimenterò nel drammatico.

3. Hai finora ricevuto, per questi lavori, qualche premio o riconoscimento? Oppure hai partecipato a qualche competizione? In quali occasioni? Raccontaci di queste esperienze: è stato facile per te partecipare e vincere? Lo sarebbe altrettanto per un ipotetico autore emergente? Quanto è stata serrata, a questo proposito, la competizione e come ti sei sentita una volta terminato il concorso: realizzata, determinata, delusa, demotivata? Se no, hai in mente di parteciparvi o ritieni di star lavorando/aver lavorato in attesa di qualche riconoscimento ufficiale che ti piacerebbe ricevere?

R: Finora non ho ricevuto riconoscimenti o premi, soltanto, un mio racconto breve è stato selezionato nel concorso “Granelli di parole” 2010 della Casa Editrice Kimerik e inserito nell’antologia dei premiati curata da quest’ultima. Mi piacerebbe ottenere qualche riconoscimento per il mio lavoro ma non so quanto sia facile, soprattutto per un emergente.

4. Prima si parlava di studio e di lavoro: ritieni che questo si sposi adeguatamente con le tue aspirazioni scrittorie? Come concili i due ambiti e cosa consiglieresti a quegli esordienti che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, qualunque esso scelgano?

R: Il mio ambito lavorativo (artistico) si concilia alla grande con la scrittura anche perchè i miei racconti diventano idee per sceneggiature, è uno scambio continuo. Scrivo e invento sempre per realizzare cortometraggi. Un consiglio agli altri esordienti? Non abbandonare mai la scrittura, qualsiasi cosa facciano.

5. Relativamente al tuo ambito di preferenza: prosa o poesia, ritieni di poterti o volerti cimentare nell’altro campo di scrittura? Pensi possa essere facile o difficile per te e per quale motivo? Quali sono, se ci sono, le dritte che, a questo proposito, potresti dare ai neofiti che, per la prima volta, si stanno facendo attrarre dalle voluttà dell’ispirazione?

R: Io mi sento a mio agio a scrivere prosa e, al momento, scrivo soltanto quella. In passato mi sono cimentata con la poesia, ho ottenuto due riconoscimenti a due concorsi locali ma non mi sento incline a questo genere letterario.

1. Ti ringrazio per aver esserti volontariamente sottoposta alle mie torture! Inizio subito chiedendoti di parlarci un po’ di te: da quanto tempo calchi questa terra, cosa studi o fai di lavoro e quando hai incominciato a scrivere?

R: Mi è stata offerta un’ottima possibilità: parlare del mio libro e farmi un po’ di pubblicità. Grazie.
Primo, in ordine di importanza per la legge degli uomini, il prezzo del libro è esiguo, volutamente, perché fosse accessibile alle tasche, mie e vostre, trovando così posto in numerose case.
Probabilmente se il mio scopo fosse stato stampare tante copie con qualche prestigiosa casa editrice con una stampa di lusso del volume avrei avuto possibilità di venderle tutte solo a patto di avere un nome già affermato o uno stuolo di conoscenze in grado di far fuori tutte le giacenze di magazzino.
Purtroppo non è così.
Dunque per far girare il libro e farne conoscere il contenuto ho la possibilità, attraverso l’edizione economica, di utilizzare i canali comunicativi per lanciare questo messaggio nella bottiglia e incuriosire quanti più lettori mi sia possibile conquistare.
Altre precisazioni, nella legge dei sogni, sono chi sono e come si presenta il libro. Be’ chi sono è complesso ma si può in parte evincere da quello che faccio e da quello che penso…iniziamo dunque da questo libro “Dio e la Conoscenza”…

2. Specifichiamo meglio ai lettori: cosa hai scritto finora, i generi e i titoli, e cosa ti ha spinta a cimentarti in questa particolare attività letteraria, in particolar modo per quanto riguarda le tipologie peculiari a cui ti sei dedicata? Hai in mente di dedicarti ad un altro genere con i tuoi prossimi lavori? O rimarrai fedele a un tuo progetto o modo di scrivere?

R: Queste poche notizie sull’autrice perché mi piacerebbe dire qualche parola di più sul contenuto del mio saggio strutturato in sezioni espositive che affrontano il confronto tra ‘Dio’ e la ‘Conoscenza’ secondo differenti ambiti d’analisi: la scienza, la filosofia, la magia naturale, la tradizione ermetica di Ermete Trismegisto, l’arte e la religione.
Mi preme, per modestia intellettuale, instaurare subito un rapporto di fiducia e stima reciproca nei confronti di coloro che decideranno di leggere il mio libro chiedendo commenti e suggerimenti.
Da parte mia occorre precisare che il saggio vede nella mia persona una lente interpretativa, un sentito curatore, un curioso ricercatore desideroso di vedere oltre, meglio al di sopra, dei fuorvianti luoghi comuni e degli schemi mentali figli del nostro tempo per attingere nuova linfa vitale nel passato.
Penso di continuare questa linea tematica di ricerca infatti ho firmato un contratto di edizione con Zedda Editore per far uscire a settembre 2011 una versione differente di “Dio e la Conoscenza. Antologia di scritti: dall’antica cosmogonia alla tradizione ermetica” e presumibilmente la traduzione di quest’ultima versione anche in inglese con relativa pubblicazione e un piano di marketing per la vendita all’estero. Mi sembra posa essere una buona lente interpretativa di nuove esigenze spirituali ma anche necessità materiali che si stanno affacciando ormai da tempo alla nostra coscienza.

3. Hai finora ricevuto, per questi lavori, qualche premio o riconoscimento? Oppure hai partecipato a qualche competizione? In quali occasioni? Raccontaci di queste esperienze: è stato facile per te partecipare e vincere? Lo sarebbe altrettanto per un ipotetico autore emergente? Quanto è stata serrata, a questo proposito, la competizione e come ti sei sentita una volta terminato il concorso: realizzata, determinata, delusa, demotivata? Se no, hai in mente di parteciparvi o ritieni di star lavorando/aver lavorato in attesa di qualche riconoscimento ufficiale che ti piacerebbe ricevere?

R: Nessuna sfida entusiasmante, purtroppo, nessun premio o giuria adorante…ma una presentazione del libro all’Auditorium della biblioteca Bruschi, con patrocinio del Municipio, previsto a settembre per la pubblicazione del libro.

4. Prima si parlava di studio e di lavoro: ritieni che questo si sposi adeguatamente con le tue aspirazioni scrittorie? Come concili i due ambiti e cosa consiglieresti a quegli esordienti che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, qualunque esso scelgano?

R: Eh difficile, molto, soprattutto per chi come me ha anche una famiglia. ma certamente appagante. io ho la fortuna di lavorare all’Università e ho avuto contatti con qualche professore che mi è stato di consiglio, se non proprio d’aiuto, è questo è tanta manna!

5. Relativamente al tuo ambito di preferenza: prosa o poesia, ritieni di poterti o volerti cimentare nell’altro campo di scrittura? Pensi possa essere facile o difficile per te e per quale motivo? Quali sono, se ci sono, le dritte che, a questo proposito, potresti dare ai neofiti che, per la prima volta, si stanno facendo attrarre dalle voluttà dell’ispirazione?

R: il mio consiglio è, come mi suggerì un professore all’epoca, partecipa ai concorsi per scrittori emergenti ma rivolgiti anche ai siti di supporto per la pubblicazione e guarda bene tutte le opportunità prima di autolimitarti… buona fortuna a tutti!

1. Ti ringrazio per aver esserti volontariamente sottoposta alle mie torture! Inizio subito chiedendoti di parlarci un po’ di te: da quanto tempo calchi questa terra, cosa studi o fai di lavoro e quando hai incominciato a scrivere?

 

R: Ringrazio te per lo spazio che mi offri e mi sottopongo volentieri alle tue “torture”. Sono nata il 1 luglio 1980 a Cittadella, paese della provincia di Padova. Ho sempre vissuto a Campo San Martino (PD) fino al 2007, poi mi sono trasferita a Roma, dove tutt’ora vivo. Mi occupo di cultura e spettacolo, gestisco dei siti on line e faccio ufficio stampa per eventi. Ho iniziato a scrivere i primi versi, dopo un grave incidente stradale che mi ha completamente stravolto la vita. Ho provato a partecipare ad alcuni concorsi letterari quasi per gioco e da lì è iniziato il mio percorso nel mondo della scrittura.Le prime poesie sono nate nel 2004 per ricominciare a sorridere alla vita, per assaporare ogni istante dell’esistenza.

 

2. Specifichiamo meglio ai lettori: cosa hai scritto finora, i generi e i titoli, e cosa ti ha spinto a cimentarti in questa particolare attività letteraria, in particolar modo per quanto riguarda le tipologie peculiari a cui ti sei dedicato? Hai in mente di dedicarti ad un altro genere con i tuoi prossimi lavori? O rimarrai fedele a un tuo progetto o modo di scrivere?

 

R: Ho pubblicato quattro raccolte di poesia ed una raccolta di racconti,”Credo” ed. MeEdusa nel 2006, “Risvegli” ed. Nuovi Poeti nel 2008, “Vita, infinito, paradisi” nel 2009, “Convivendo con le nuvole” ed. GDS, “Sensualità- poesie d’amore d’amare”, Sangel Edizioni nel 2011. Ho deciso di scrivere in versi, perchè la Poesia ha scelto me e da quel momento non ho mai abbandonato questa passione. Con la poesia spero di comunicare la bellezza della vita e le emozioni che ogni istante essa ci offre. Mi auguro di riuscire a trasmettere quei valori a volte dimenticati o poco considerati nel repentino vortice dell’esistenza. Nei miei prossimi lavori non mancherà la Poesia, è in preparazione una nuova raccolta. Mi sto dedicando anche ad un romanzo, che spero di riuscire a concludere quanto prima.

 

3. Hai finora ricevuto, per questi lavori, qualche premio o riconoscimento? Oppure hai partecipato a qualche competizione? In quali occasioni? Raccontaci di queste esperienze: è stato facile per te partecipare e vincere? Lo sarebbe altrettanto per un ipotetico autore emergente? Quanto è stata serrata, a questo proposito, la competizione e come ti sei sentito una volta terminato il concorso: realizzato, determinato, deluso, demotivato? Se no, hai in mente di parteciparvi o ritieni di star lavorando/aver lavorato in attesa di qualche riconoscimento ufficiale che ti piacerebbe ricevere?

 

R: Ho ricevuto parecchi riconoscimenti per la poesia, non li elenco tutti, ogni premio è sempre un bel traguardo che ricordo con gioia. Ho partecipato ai concorsi letterari per competere prima di tutto con me stessa; è stato un modo per rafforzare la mia voglia di scrivere. Vincere non è così facile, ci vuole anche una buona dose di fortuna. Io consiglio sempre agli autori esordienti di partecipare a qualsiasi concorso, non è mai sbagliato mettersi in gioco, bisogna solo credere in quello che si fa e prima o poi i risultati arrivano. Non bisogna abbattersi davanti alle critiche o ai mancati riconoscimenti, il talento di una persona si valuta con altri criteri.

 

4. Prima si parlava di studio e di lavoro: ritieni che questo si sposi adeguatamente con le tue aspirazioni scrittorie? Come concili i due ambiti e cosa consiglieresti a quegli esordienti che si stanno addentrando nel mondo del lavoro, qualunque esso scelgano?

 

R: Io riesco a conciliare bene il lavoro con la scrittura, perché nel mio caso mi occupo di attività legate al mondo della cultura e dell’arte. Se dovessi vivere con i guadagni dei miei libri la realtà sarebbe davvero triste, purtroppo la poesia non è commerciale e solo pochi sono in grado di vivere degnamente con le loro opere. Consiglio agli autori emergenti di farsi una buona posizione nello studio o nel mondo del lavoro, senza credere troppo al guadagno facile. E’ bene non illudersi e rimanere con i piedi ben piantati per terra. Meglio avere una stabilità economica con un lavoro certo.

 

5. Relativamente al tuo ambito di preferenza: prosa o poesia, ritieni di poterti o volerti cimentare nell’altro campo di scrittura? Pensi possa essere facile o difficile per te e per quale motivo? Quali sono, se ci sono, le dritte che, a questo proposito, potresti dare ai neofiti che, per la prima volta, si stanno facendo attrarre dalle voluttà dell’ispirazione?

 

R: Mi sono sempre dedicata alla Poesia, ma ultimamente sto cercando di avventurarmi in altri generi di scrittura. Sto tentando la stesura di un romanzo e devo dire che nulla è semplice quando si parla di ottenere un buon risultato. Con la poesia ho una facilità istintiva di espressione, con il romanzo devo in qualche modo cercare di scoprire piano piano come muovermi. E’ come quando cammini per un sentiero che non conosci, vai con prudenza per non perderti e per non inciampare in qualche ostacolo. Invito i giovani che vogliono avvicinarsi alla scrittura a leggere molto, ad essere curiosi e desiderosi di apprendere dai grandi maestri della letteratura che ci hanno preceduto.

 

6. Hai accennato ad un romanzo in fieri. Ci puoi dare un’anteprima, magari spiegando le motivazioni di questo cambio di genere, che cosa ti ha spinto cioè a cimentarti in qualcosa di così diverso dalla poesia. Romanzo che leggi, genere che trovi: di quale tipo di romanzo stiamo parlando? Inoltre, bisogna considerare anche altri aspetti come il tasto dolente della corposità: per quanto triste sia la cosa e per quanto bello possa essere il testo, difficilmente una persona comprerà un romanzo di 700 pagine scritto da un esordiente ( si può chiamare esordiente chi ha vinto diversi premi e pubblicato diversi libri? ), nelle tue intenzioni quanto penseresti di farlo lungo e perché? Come stai procedendo dunque, alla sua stesura?

 

R: Ho deciso di provare un genere diverso dalla poesia, perché la sperimentazione in scrittura mi affascina, è un mettermi alla prova, che mi stimola a scoprire forme espressive sempre nuove e diverse, con l’obiettivo di creare qualcosa di originale. Non scriverò mai un romanzo di 700 pagine, annoierei prima di tutto me stessa  e poi anche gli ipotetici lettori. Amo l’essenziale e quindi preferisco un contenuto meno esteso. La stesura sta procedendo un pò a rilento, per vari impegni che mi impediscono una concentrazione costante. E’ un lavoro a cui tengo in modo particolare, preferisco non anticipare nulla per ora, chi mi avrà la pazienza di seguirmi, scoprirà il contenuto del libro.


7. Mettiamo da parte ( ma non del tutto ) la prosa, per tornare alla poesia. Tu parli di valori dimenticati: ecco, dunque che cos’è, per te, poesia e quali sono questi valori? Ritieni, infine, che prosa o poesia, i tuoi testi siano indirizzabili e possano essere apprezzati anche da un pubblico giovanile?

 

R: La poesia è una forma d’arte che sa dare spessore ai sentimenti e alle emozioni, accompagna il poeta stesso ad una liberazione dell’anima e della mente. Penso che la realtà d’oggi, sempre più frenetica, impedisce di assaporare e gustare ciò che ci circonda, la natura, i piccoli gesti, un sorriso, una carezza. I miei testi possono essere letti da chiunque, anche dai giovani, mi auguro che almeno qualcuno apprezzi ciò che scrivo.

1. Ringraziandoti per la disponibilità ( nuovamente ) accordatami, comincio: è passato più o meno un anno dalla scorsa intervista, cosa diresti che è cambiato, genericamente, in questo periodo che abbia influenzato la tua vita letteraria?

R: E’ cambiato molto, anche perché io sono una persona estremamente vivace, curiosa di esperienze e psicologicamente instabile: la mia mente frulla idee in continuazione. E se non ne metto in pratica almeno il 20% son problemi seri…
A parte gli scherzi, sono direttore creativo di Onirica edizioni da oltre un anno, lavoro come editor, scrivo recensioni e prefazioni, organizzo eventi. Ho avuto modo di avvicinarmi maggiormente alla narrativa, anche se la mia anima rimane profondamente legata alla poesia. Inoltre, ho avuto la possibilità di conoscere autori e personaggi che lavorano nel mondo della letteratura e dell’arte in generale: ciò ha dato ossigeno alla mia natura espansiva e sono nate delle belle amicizie.

2. Più nello specifico, come ti sei trasformato: nello stile, nel genere, nel lavoro, nella notorietà…? Altrimenti, per quale motivo, secondo te, tutto è rimasto come prima?

R: Il mio stile poetico è in perenne evoluzione: è nato e cresciuto con me, cambia con me. Vivendo la mia vita, seguo le vite altrui e scopro ogni giorno cose nuove che mi arricchiscono e  confluiscono nella mia scrittura. Per quanto riguarda i generi, come dicevo prima, mi sono avvicinata alla narrativa e in particolare al noir. Il famoso romanzo di cui ti parlavo l’anno scorso non è ancora uscito, perché la mia attività è stata rivolta soprattutto a seguire gli emergenti e  alle collaborazioni artistiche: reading, meeting, eventi di solidarietà, giurie di concorsi…  Il lavoro per la casa editrice, che amo con tutta me stessa, è aumentato in maniera spropositata, ma mi dà ogni giorno l’occasione di conoscere meglio le sfaccettature dell’animo umano. Adesso, dopo qualche esperienza positiva, sto seriamente pensando anche al teatro.

3. Quali sono le tue pubblicazioni di questo intercorso periodo? Ritieni qualcuna di esse un momento evolutivo della tua carriera scrittoria?

R: Eh, quando si tratta di cose mie divento inspiegabilmente pigra, e poi sono molto selettiva. Comunque a settembre uscirà “Nessuno”, il mio primo romanzo breve: vedremo le reazioni. In cantiere c’è anche la terza silloge poetica, diversa rispetto alle prime due: più moderna, “contaminata”, sperimentale… non è stata una scelta pensata, è venuta da sé. Probabilmente sarà corredata da foto mie, ma è prematuro parlarne. La fotografia è un’altra delle passioni che ho coltivato fin da piccola, quando mio padre mi faceva regolare l’esposimetro prima di scattare. Ho ricordi bellissimi di lui. E ne ho tante di passioni… solo che tutte insieme non posso metterle in pratica, perciò dedico dei periodi ad alcune e dei periodi ad altre.

4. Descriveresti quale fra queste ritieni la più importante e il motivo per cui ne hai una così alta considerazione?

R: Sicuramente il lavoro con Onirica, di cui ho voluto fortemente la nascita, è stata una palestra umana e professionale formidabile. Entrare così intimamente nelle storie scritte da altri, rapportarsi con gli autori, sia via mail che direttamente, è vita per me.
Onirica è una casa editrice entusiasta e idealista – proprio come sono io –  in cui tutti possono dire la propria, in cui spesso gli autori danno il proprio contributo con nuove idee o collaborano attivamente con noi, com’è successo l’aprile scorso alla Fiera di Sasso Marconi, organizzata dalla rivista poetica “Le voci della luna”. Il direttore editoriale (Adriano Gabellone) ed io eravamo alla Primavera del libro di Villafranca, mentre a “I libri di Colle Ameno” ci hanno rappresentato due nostri validissimi autori, divenuti cari amici: Ariase Barretta di Bologna e Vincenzo Galati della provincia di Siena.
Un’altra bellissima iniziativa, in cui sono stata coinvolta come poetessa e performer dalla fotografa Lisa Bernardini, è una giornata di solidarietà dedicata all’infanzia ad apertura della sua mostra fotografica, il 7 maggio a Roma, nei pressi del Campidoglio.
Personalmente sono soddisfatta delle antologie che ho curato (“Il mercante di fiabe”, raccolta illustrata di racconti per bambini e “Camera 213”, Concept Anthologyi per Onirica, “Dal tramonto all’alba”, raccolta poetica per Albus), anche perché mi hanno dato modo di entrare in contatto con tante persone che amano scrivere e lo sanno fare bene. Spesso, questi rapporti poi si consolidano con la conoscenza vera e propria ed è una grande gioia, per me.
Proprio in questo periodo sto organizzando varie presentazioni per l’antologia poetica di Albus edizioni, insieme agli autori…

5. Cosa ti aspetti per il futuro

R: Non mi aspetto nulla, ma ho tantissimi progetti, sono una sognatrice irriducibile. Vorrei avere tempo ed energie per fare tanto di più: aiutare i giovani meritevoli ad emergere, stringere un connubio più forte tra letteratura e solidarietà concreta (vedi il progetto” Ethiopia Inside” di cui sopra, un libro fotografico di Lisa Bernardini i cui ricavati sono tutti devoluti alla costruzione di un pozzo d’acqua nel villaggio africano di Jijiga). E poi dare un contributo concreto al mondo della poesia con iniziative che la valorizzino e la portino al grande pubblico, anche attraverso manifestazioni, piccole fiere, coinvolgendo la gente. In questo senso mi sono già attivata presso il mio Comune e i comuni limitrofi e ho in programma alcune cose belle.
Fosse per me, poi, andrei in giro per l’Italia con un camioncino pieno di libri e li regalerei a tutte le persone che incontro, magari recitando qualche verso o strimpellando la chitarra…